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Scatola da asporto con logo Ribò e pattern ispirato al kintsugi, usata per prodotti da forno, rappresenta l’identità visiva del brand.

Ribò: un progetto di brand design che racconta la bellezza dell’imperfezione

Una caffetteria che parla di imperfezione, materia e cura

Ribò è un progetto di brand design nato dall’idea di una caffetteria sostenibile. Un posto in cui tutto, dalle materie prime alla comunicazione visiva, parla di lentezza, rigenerazione e attenzione. Un luogo che non esiste (almeno per ora), ma che ho costruito come se ci fosse davvero. Il progetto nasce per esplorare come un’identità visiva possa raccontare qualcosa che va oltre il prodotto: un sistema di valori, un modo di stare al mondo. E sì, anche una certa idea di bellezza — quella che passa per le crepe, non per la perfezione.

Il cuore del branding è il logo: parte dalla “ò” accentata del nome e diventa un chicco di caffè stilizzato, costruito attraverso due forme simmetriche che si incontrano. Un gesto semplice, ma pieno di senso. Il segno è pensato per essere chiaro, leggibile, versatile. Allo stesso tempo funziona come una metonimia visiva: il chicco racconta l’origine, la materia, ma anche l’identità profonda del brand. Il progetto lavora sui principi della Gestalt e sulla stilizzazione: togliere il superfluo per lasciare solo ciò che conta.
Attorno al logo si costruisce tutta l’identità visiva: la palette colori è fatta di marroni tostati, verdi spenti, ocra naturali, tonalità che richiamano il mondo del caffè e dei materiali vivi. Per la tipografia ho scelto un serif (The Season) per i titoli, usato in uppercase, e Aileron per testi e sottotitoli, per mantenere equilibrio e leggibilità. E poi c’è un dettaglio che tiene tutto insieme: un pattern ispirato al kintsugi, la tecnica giapponese che ripara le crepe con l’oro. È lì che l’identità trova il suo tono emotivo: nel valorizzare l’imperfetto, nel renderlo fondativo.
Ribò è un progetto personale, ma nasce da un pensiero molto concreto: anche un marchio, se ben progettato, può prendersi cura di qualcosa. Di uno spazio, di un’idea, delle persone che lo attraversano. È un modo per usare il brand design come racconto, come gesto, come scelta. Un esercizio, sì, ma con l’intenzione di dire qualcosa che resta.
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